Brano: Nimis
Partigiani della Brigata « Picelii » nella Zona libera del Friuli orientale
La Zona libera
La strage diffuse sgomento e orrore fra la popolazione e i maggiorenti di Nimis si recarono presso i Comandi partigiani per chiedere di essere liberati da tedeschi, cosacchi e repubblichini.
Con l’appoggio delle Missioni alleate presenti in zona, che provvidero a far giungere per via aerea armi e munizioni, e con il consenso del C.L.N. provinciale di Udine, il Comando della Divisione « GaribaldiOsoppo » predispose quindi la liberazione dell’intero territorio comunale. Circondato il paese, dopo aver per tre giorni martellato le posizioni nemiche, nel pomeriggio del 30.8.1944 le formazion[...]
[...]rni martellato le posizioni nemiche, nel pomeriggio del 30.8.1944 le formazioni partigiane, disposte su tre linee di penetrazione, condussero l’attacco decisivo: tedeschi e cosacchi furono costretti a ritirarsi da Nimis in fuga disordinata, lasciando sul campo
52 morti e 80 prigionieri.
Insieme ad Attimis e a Faedis già liberate, nonché ai paesi più interni delle colline pedemontane, con la liberazione di Nimis si definì compiutamente la « Zona libera » del Friuli Orientale, seconda dopo quella della Carnia (v.).
« Il paese è esultante perché si sente libero dal triste incubo cosacco; è una festa generale », testimonia il parroco di Nimis, il già citato mons. Beniamino Alessio.
Uno dei primi provvedimenti presi a Nimis dai comandanti della Divisione unificata fu quello di indire l’elezione del Consiglio comunale: in rappresentanza dei vari partiti del C.L.N. vennero eletti 11 consiglieri del centro (Nimis) e 9 delle frazioni. Nella prima seduta del Consiglio fu eletto sindaco Francesco Casati.
Il contrattacco tedesco
L’importan[...]
[...]e », testimonia il parroco di Nimis, il già citato mons. Beniamino Alessio.
Uno dei primi provvedimenti presi a Nimis dai comandanti della Divisione unificata fu quello di indire l’elezione del Consiglio comunale: in rappresentanza dei vari partiti del C.L.N. vennero eletti 11 consiglieri del centro (Nimis) e 9 delle frazioni. Nella prima seduta del Consiglio fu eletto sindaco Francesco Casati.
Il contrattacco tedesco
L’importanza della Zona libera, a pochi chilometri da Udine e a ridosso di due linee di comunicazione ritenute vitali per gli occupatori (la UdineTarvisio e la UdineCividale), in grado di minacciare e paralizzare qualsiasi movimento tedesco nella pianura udinese, spinse il nemico a reagire ben presto in modo massiccio. Esso concentrò nelle località circostanti la Zona libera imponenti mezzi (carri armati, autoblinde, cannoni e mortai, persino un treno blindato posto tra Reana e Tricesimo) e il 27.9.1944, sferrando un’offensiva simultanea da Tarcento, Cividale, Caporetto e dalla pianura, i tedeschi diedero inizio al rastrellamento. Di fronte a tale pressione, le forze partigiane, notevolmente in
feriori per armamento e per numero di combattenti, resisterono tre giorni, ma alla fine furono costrette a ritirarsi, abbandonando Nimis e la Zona libera.
Nimis, dove mai il fascismo era riuscito ad attecchire, posta ai limiti occidentali della Zona libera e in una z[...]
[...]i armati, autoblinde, cannoni e mortai, persino un treno blindato posto tra Reana e Tricesimo) e il 27.9.1944, sferrando un’offensiva simultanea da Tarcento, Cividale, Caporetto e dalla pianura, i tedeschi diedero inizio al rastrellamento. Di fronte a tale pressione, le forze partigiane, notevolmente in
feriori per armamento e per numero di combattenti, resisterono tre giorni, ma alla fine furono costrette a ritirarsi, abbandonando Nimis e la Zona libera.
Nimis, dove mai il fascismo era riuscito ad attecchire, posta ai limiti occidentali della Zona libera e in una zona strategica (da lì si dipartono le strade per la valle del Cornappo, per quella del Cergneu e per il Passo di Montecroce) che si prestava a essere punto di passaggio di tutti i rifornimenti per i partigiani, per prima subì la furia di tedeschi e cosacchi, inferociti dalle gravi perdite subite in combattimento (450 uomini accertati, oltre a centinaia di feriti).
Una strada di Nimis con le case date alle fiamme dai tedeschi
Le formazioni partigiane uscirono comunque dalla morsa (avendo 55 caduti fra garibaldini e sloveni, 50 feriti e un centinaio di prigionieri) e raggiunsero[...]
[...]rnimenti per i partigiani, per prima subì la furia di tedeschi e cosacchi, inferociti dalle gravi perdite subite in combattimento (450 uomini accertati, oltre a centinaia di feriti).
Una strada di Nimis con le case date alle fiamme dai tedeschi
Le formazioni partigiane uscirono comunque dalla morsa (avendo 55 caduti fra garibaldini e sloveni, 50 feriti e un centinaio di prigionieri) e raggiunsero il territorio montuoso settentrionale della Zona libera. Oltre a scatenarsi in saccheggi, razzie e violenze di ogni tipo contro la popolazione civile, il 29 settembre i tedeschi diedero ordine a tutti gli abitanti di abbandonare entro tre ore il paese. Nello stesso tempo vennero rastrellati circa 400 civili fra uomini e donne. Di questi, 27 furono subito fucilati per rappresaglia e 98 verranno deportati in Germania, nei campi di sterminio. Nel pomeriggio del 29 settembre, l’intero paese e le frazioni non bruciate in precedenza furono dati alle fiamme: furono incendiate 452 case più 318 fra stalle e rustici. Furono risparmiate dal fuoco soltanto 20[...]
[...] di sterminio. Nel pomeriggio del 29 settembre, l’intero paese e le frazioni non bruciate in precedenza furono dati alle fiamme: furono incendiate 452 case più 318 fra stalle e rustici. Furono risparmiate dal fuoco soltanto 200 case, destinate a ospitare i cosacchi, ai quali i tedeschi avevano assegnato Nimis come loro colonia.
La popolazione superstite, dopo aver perduto tutto, si rifugiò nei paesi circostanti, evitando quelli della ormai ex Zona libera, che subirono lo stesso martirio di Nimis. Solo dopo 3 mesi, per l’inizio dei lavori nei campi, i tedeschi sospesero parzialmente il veto posto al rientro dei profughi nel territorio del comune, rimasto nel frattempo in completa balia dei cosacchi che, con il loro saccheggio, completarono i’azione devastatrice del fuoco. La comunità di Nimis pagò nel corso della guerra un doloroso tributo: i caduti e le vittime furono 177.
A.Bu.
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